Alcune idee per praticare yoga all’aperto in modo sicuro e rilassante.
Se praticare yoga all’aperto può essere entusiasmante e pieno di benefici, ci sono alcune cose da prendere in considerazione perché l’esperienza sia davvero gratificante.
Usare o no il tappetino
Da un punto di vista biologico l’irregolarità del terreno, la sua superficie naturale, sono stimoli neurologici potenti e vantaggiosi, a cominciare dai piedi.
La pratica di alcuni asana direttamente su erba, o pietra liscia, o comunque un fondo piacevole, è diversa da quella abituale, e può portare a un profondo radicamento. Allo stesso tempo è sfidante perché c’è meno aderenza e meno regolarità.
Tuttavia non tutti gli asana funzionano bene direttamente sul terreno, e non tutti i terreni sono ugualmente adatti.
Posizioni in sicurezza senza tappetino
Le posizioni in piedi semplici possono essere sicure e piacevoli senza tappetino: guerrieri, trikonasana, l’albero, e tutte le posizioni di equilibrio su un piede solo.
Anche in equilibrio sulle mani si può stare volentieri direttamente a terra, a seconda di quanto è morbido e di quanto ci si sente sicuri.
A seconda della sensibilità personale può essere diverso quando si comincia a scendere a terra con ginocchia e braccia, o con tutto il corpo. Qui l’irregolarità comincia a diventare un fastidio e l’incontro con piccoli insetti o terra umida non sempre sono piacevoli.
La scelta migliore potrebbe essere portare sempre con sé un tappetino di quelli leggeri appositamente progettati per il viaggio, e poi decidere di volta in volta se srotolarlo oppure godersi l’erba.
Scegliere zona e momento giusti: rumori, allergie, aria
- Valutiamo la presenza di altre persone e rumori prima di decidere dove e quando fare il nostro yoga all’aperto. La sensibilità di ciascuno è diversa. Può essere utile considerare gli orari, visto che lo stesso posto in momenti diversi può essere più o meno tranquillo e silenzioso. Consigliata una ricognizione.
- Controlliamo se ci sono in giro piante a cui sappiamo di essere allergici, oppure urticanti, che potrebbero inficiare davvero la piacevolezza dell’esperienza. Consideriamo se l’area è trattata con pesticidi e diserbanti, e se sì, in quali periodi.
- Possiamo utilizzare i servizi meteo per valutare la qualità dell’aria (se troppo inquinata potrebbe non essere adatta all’esercizio all’aperto), e la presenza di vento eccessivo, che potrebbe darci fastidio.
- Anche il livello di UV è un parametro da tenere in considerazione, così come la presenza di possibili sorgenti di ombra.
Controllare e ripulire la zona della pratica
Parco urbano o prato di montagna, è sempre una buona idea fare un giro nella zona dove si praticherà per allontanare tutti potenziali pericoli in vista: da vetri a sassi.
Se, come purtroppo accade, ci imbattiamo in immondizia scarsamente riciclabile anche in luoghi lontani e selvatici, potrebbe essere un bel gesto quello di portarla via fino al primo bidone disponibile.
Proteggere il corpo
Come promemoria ecco a cosa penserei:
- strati di abbigliamento adeguati per non avere freddo o caldo: vestirsi a cipolla con top e maglie che si possono togliere e mettere. Attenzione alle felpe con cappucci ingombranti: sono molto scomode nelle posizioni con la testa verso il basso;
- una copertina o uno scialle per ripararsi nei momenti di rilassamento;
- la protezione solare ed eventualmente una mascherina o foulard per coprire gli occhi in savasana;
- una protezione per la testa (berretto, fascia…);
- da considerare anche un buon repellente per gli insetti, possibilmente di origine naturale, come quelli a base di Andiroba o Neem, valutando che non sia troppo unto quando si applica, perché potrebbe lasciarci le mani inutilizzabili per ogni cane a faccia in giù.
Meditazione camminata
Infine, una splendida alternativa allo yoga all’aria aperta, se le scomodità ce lo rendono un po’ ostico, è la meditazione camminata. È anche un perfetto complemento di una pratica di yoga.
Si tratta di muovere i passi con intenzionalità e concentrazione, coordinandoli con il respiro e assaporandone ogni istante: l’appoggio del tallone, la spinta delle dita del piede, la gamba dietro che si solleva, la risposta elastica del terreno.
Traendo gioia da ogni piccola cosa che ci circonda, osservandola con l’incanto che si merita; abitando il momento presente.
Il monaco dell’Interessere Thich nhat hanh ne ha dato una delle versioni più belle: “Voglio camminare da persona libera, da persona felice”.